Con l’acqua alla gola

Set
2009
17

scritto da on Palermo

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16 settembre 2009, la prima vera pioggia saluta il nuovo anno accademico all'Università di Palermo in Viale delle Scienze e causando non pochi problemi alla città intera.

Ma facciamo un passo indietro. A novembre 2008 viene eletto il nuovo Rettore, Roberto Lagalla, si fanno i conti e si scopre improvvisamente, e con sorpresa, che quelli fatti durante il precedente rettorato di Giuseppe Silvestri non sono così "sani" e che l'Università di Palermo non è tra le più "virtuose". Si scopre un buco che varia, a seconda delle voci, dai 30 ai 120 milioni di euro. Nel frattempo scade a fine febbraio il mandato del Direttore Amministrativo Mario Giannone, gli subentra Vincenzo Petrigni. Il tempo di capire la situazione che, appena poco più di due mesi, rassegna le sue dimissioni (problemi personali dirà lui ma voci insinuano l'impossibilità di un accordo con le parti sindacali del personale). Gli succede Gabriele Cappelletti a giugno, dura qualche settimana e anche lui getta la spugna ma in seguito alle insistenze del Rettore torna al suo posto ritirandole.

Dopo varie attività amministrative, a dire il vero incoraggianti come il suo predecessore Petrigni, si vedono i primi risultati, ma a fine agosto Cappelletti, per problemi ancora una volta familiari (afferma lui), lascia definitivamente. La situazione intanto del buco, in parte risanato e fatti i conti per bene, è di 19 milioni di euro. Da Petrigni a Cappelletti intanto partiva una attività di taglia e spremi che portava al risparmio fino all'ultima goccia, trattenendo anche molti dei finanziamenti destinati alla ricerca e trattenendoli in bilancio per tamponare le falle. Si grida allo scandalo ma si procede comunque. Nelle strutture si blocca ogni "spreco", se così si può chiamare, niente più acquisti di libri, niente più acquisti inopportuni, attività culturali limitate al necessario e molti degli ospiti di eventi culturali devono pagarsi anche alcune spese. Le strutture sono alla frutta, non hanno fondi per sostenere le normali spese di funzionamento. Gli edifici hanno parecchi problemi ma è estate e tutto procede nonostante tutto, a parte un episodio che ha molto di paradossale, presso l'edificio 15 dove lavoro, dove ha sede la mia struttura e la Facoltà di Scienze della Formazione.
Una ditta provvede a effettuare un intervento per una possibile crepa in cima all'edificio, fa dei test ed applica del materiale. Tutto qua, faccio delle foto. E' la prima avvisaglia del peggio. Siamo quindi arrivati ad oggi, la prima vera pioggia che oltre a bloccare mezza città porta alla luce le falle dell'edificio 15 in balia delle intemperie. Sono le ore 11:00 del mattino e mentre fuori diluvia, all'8° piano sento un colare liquido, a mò di rubinetto aperto, vado a controllare e vedo che alcuni pannelli del controsoffitto sono venuti giù a causa dell'acqua che proviene dal terrazzo dell'edificio. Scopro che ci sono stati diversi problemi, uno dei quali in Biblioteca Centrale di Scienze della Formazione, al piano -1, parte del controsoffitto ha ceduto per l'acqua infiltratasi chissà da dove, piove sui libri, per non parlare poi del cattivo odore dovuto alle condutture del perenne problema del sistema fognario (mai risolto). In seguito alla mia e altre segnalazioni si presenta il giorno dopo, per l'ennesima volta,  un dipendente dell'Ufficio Tecnico che, sorridendo, effettua il sopralluogo presso la mia struttura, immagino già la sua risposta ma comunque effettuo le mie domande. "Alcune cose si possono sistemare ma per quanto riguarda la perdita dal soffitto non è possibile, il terrazzo è una groviera e non ci sono soldi, non ce la facciamo a sistemare gli edifici di Viale delle Scienze".

Ma nella stessa giornata, per fare una battuta, piove sul bagnato. Scopro che molti dei contratti tra la Facoltà di Scienze della formazione e molti aspiranti docenti saranno a titolo gratuito, mandando nello sconforto molti di questi ultimi che ambivano ad una buona paga. Non ci sono i soldi per pagare le docenze esterne, forse molte discipline non saranno garantite nonostante ci sia il boom delle iscrizioni nell'Ateneo palermitano e a poche centinaia di metri si effettuano le selezioni degli aspiranti studenti (ignari di tutto) per l'accesso ai corsi di laurea. Docenze a titolo gratuito, solo per la gloria, magari a fine anno accademico verranno anche medagliati al suono dell'inno nazionale col tricolore della facoltà, rispolverato da una lunga vacanza nei bagni del 6° piano, tra lo scopettone e la ferraglia di materiale in attesa di essere smaltita. Che tristezza, proprio nella giornata della strage di militari italiani a Kabul, in Afghanistan.

Cosa ne sarà dell'Università di Palermo?

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