Io so io e voi nun siete un cazzo!
2024
Questo articolo sembrerà contraddittorio e invece segna il confine tra il mio "fu" e il mio "sarà" (forse).
Si perchè la mia idea di realtà è profondamente cambiata dai tempi del liceo. Un tempo, quello del liceo, in cui ero profondamente sognatore ed idealista. Avevo, per così dire, degli obiettivi filosofici e una visione della vita di un certo tipo. Ideali di giustizia, ambientalistici, di pacifismo e che tutti i problemi potessero essere risolti senza violenza.
Un tempo pensavo che l'uomo fosse un problema per il pianeta ma che con le scelte giuste potesse invertire la rotta. Credevo che la realtà potesse essere migliorata, credevo che non fosse un'utopia come lo penso adesso. Quando si è giovani e non si conosce abbastanza ciò che si ha intorno si vede tutto un pò più rosa. Ed è naturale che sia così, perchè da giovani si ha potenza sessuale e fisica affinchè ci sia riproduzione della specie, poi con l'invecchiamento tutto decade perchè il compito è finito. Se non ci fosse voglia di vivere non ci sarebbe miglioramento della specie perchè l'individuo contribuisce all'evoluzione della specie stessa.
Insomma ero profondamente solidarista. Credevo che lil compito di tutti gli individui dovesse essere quello di contribuire al miglioramento della società, se necessario sacrificarsi per essa. Cedere qualche privilegio per la comunità. Per questo partecipavo spesso ad iniziative sociali soprattutto in campo ambientale. Volevo rendermi utile, volevo dare il mio contributo a migliorare ciò che mi circondava.
Con il passare del tempo, con la maturazione, soprattutto dopo aver trovato lavoro ed aver conosciuto la società e la gente che la compone le mie idee cominciarono a scricchiolare. Vedevo che il mondo intorno a me che, nonostante i problemi ambientali, economici, sociali, pur sostenendo idee giuste, continuava a vivere una vita con scelte in controtendenza alle loro idee. Insomma una società sempre più ipocrita che faceva finta di non vedere mentre alzava la bandiera e marciava per le strade. Ad esempio tutti sono contro la guerra ma poi quando ciò per cui si combatte tocca il proprio interesse, i propri privilegi..beh non ci arrabbiamo più di tanto. Tutti amiamo gli animali ma poi a tavola ci esprimiamo in tutt'altro modo. Tutti siamo rispettosi per l'ambiente ma poi difficilmente rinunceremmo ai nostri gadget tecnologici e alla nostra auto. Ogni scelta che compiamo ogni giorno va nella direzione opposta a quello che pensiamo di credere. Non penserete che il vostro impatto sul pianeta sia neuro o positivo?
Così mi sono chiesto.
"Chi me lo fa fare a rinunciare a ciò che amo, che mi fa godere dei piaceri della vita se la gente che mi circonda non fa nulla per aiutarmi?"
"Perchè dovrei sacrificare me stesso per aiutare chi non vuole aiutarsi?"
In quel momento vivo in un perenne conflitto. Credo sempre in quegli stessi ideali, penso che siano giusti ma che purtroppo saranno irrealizzabili e pertanto non mi sbatto poi più di tanto per convincere gli altri. Si magari faccio la raccolta differenziata, non compro prodotti derivati dall'uccisione di animali ma è più per la mia coscienza che per il futuro del pianeta. Non ci credo poi così tanto, anzi. Credo proprio che il futuro sia segnato. A volte penso che sia meglio accelerare questa tendenza, magari si arriverà ad un punto di rottura e si spezzerà questa agonia del pianeta. E' proprio questo che sostengo quando vengo fermato da quei volontari di GreePeace, Amnesty International ecc ecc. Spiego loro che il destino ormai è inevitabile, che la popolazione umana del pianeta è in continua crescita mentre le risorse sono sempre le stesse. Il consumo del territorio corre spedito e i diritti umani peggiorano ovunque, per non parlare poi delle guerre.
Il mio ego poi ha subito uno stravolgimento, col conoscere gli altri (a causa dell'università e il lavoro) mi sono reso conto poi che forse non ero così male come mi descrivevo. In gioventù infatti avevo una profonda disistima di me stesso. Mi ritenevo un mediocre e un buono a nulla. Frequentando poi la gente mi sono reso conto di essermi sottovalutato e che in realtà la mia intelligenza e le mie scelte sono molto al di sopra della media rispetto alla gente che mi circonda. Ora credo che, relativamente ai miei compiti e potenzialità, penso di essere un individuo molto migliore di quelli che incontro tutti i giorni. Al lavoro poi lo sono di certo, ovunque sia stato, viste le mie tre esperienze in tre ambiti lavorativi diversi.
La mia rabbia così ha cambiato obiettivo. Prima era verso l'indeterminato ora è verso la gente. L'inettitudine che mi circonda mi mette ogni giorno alla prova. Per me accettare le scelte irrazionali di ognuno è una tortura. Sono cambiato profondamente. Sono diventato intollerante e spesso serro la mascella per non cadere nello scontro verbale e addirittura fisico.
Molto spesso lo dichiaro apertamente anche al lavoro. "Si io sono molto più efficiente di tutti voi" e per risposta si mettono a ridere pensando che lo dica per scherzo ma non lo è. Credo che se la società avesse più persone come me con senso civico, di giustizia, etico e solidale allora sarebbe tutto migliore.
Sono ad un punto di svolta. Credo di essere in una fase di passaggio dove ancora il meglio di me stia vincendo (a fatica) ma che il peggio possa prendere il sopravvento. A volte penso: "Ma chi me lo fa fare a rinunciare a questo e quello per il bene del pianeta se tra 30 anni non ci sarò più? Cosa mi importa del mondo degli altri che non hanno fatto nulla per meritarselo e forse lo hanno voluto anche distruggere per manifesta indifferenza e menefreghismo?
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